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Prerequisiti della lettura


Alla base dell’apprendimento delle competenze di lettura, scrittura e calcolo vi sono dei prerequisiti indispensabili la cui mancanza funge da indice predittivo di future difficoltà di apprendimento. Con il termine prerequisiti ci si riferisce ad una serie di abilità specifiche necessarie affinché si possa strutturare una competenza più complessa come appunto le capacità di lettura, scrittura e calcolo. È pertanto indispensabile conoscere i prerequisiti che sono alla base di quest’ultime al fine di comprendere al meglio il loro funzionamento ed intervenire adeguatamente nel caso in cui si evidenziano delle difficoltà. Prima di procedere approfondendo la questione, è opportuno evidenziare che tali abilità pur essendo processi parzialmente indipendenti, risultano comunque in stretta interazione tra loro.

Con il termine lettura ci si riferisce in generale alla capacità di decodificare le parole scritte e alla comprensione del testo. Si tratta di una capacità alquanto complessa, alla base della quale vi sono una serie di abilità che, seppur in parte indipendenti, risultano essere tra loro gerarchicamente connesse. Nel caso in cui venga riscontrata una difficoltà in una di queste abilità, il fatto che queste siano tra loro in parte indipendenti, ci permette di poter avviare un percorso di potenziamento specifico per quel tipo di abilità che risulta più o meno compromessa. Secondo il modello di Struiksma i prerequisiti della lettura sono:

1. Analisi visiva = ovvero la capacità di riconoscere i segni grafici elementari che costituiscono le lettere.

2. Lavoro da sinistra a destra = ovvero la coordinazione dell’occhio e della mano da sinistra a destra.

3. Discriminazione visiva = ovvero la capacità di distinguere tra loro i grafemi simili come ad esempio d-b. La discriminazione è resa possibile dalle due capacità precedentemente elencate (analisi visiva e lavoro sinistra-destra).

4. Discriminazione uditiva = ovvero la capacità di distinguere tra loro i diversi fonemi.

5. Corrispondenza fonema-grafema = è resa possibile dalla discriminazione visiva e uditiva e consiste nell’associare in modo coretto ogni fonema al suo grafema.

6. Percezione dell’ordine temporale = ovvero la capacità di conservare l’ordine di presentazione delle lettere senza invertirle di posizione oppure ometterle. Naturalmente qui entra in gioco anche la memoria fonologica a breve termine.

7. Sintesi uditiva = attraverso la quale il bambino è in grado di operare una fusione dei suoni e pronunciare la parola. Questa discriminazione dei suoni è strettamente collegata alla discriminazione visiva e alla percezione dell’ordine temporale, senza le quali non sarebbe possibile emettere la corretta fusione dei suoni.

8. Sintesi visiva = la capacità di cogliere la parola nel suo insieme, resa possibile sia da una lettura fonologica (accesso indiretto della parola tramite una corrispondenza grafema fonema) che da una lettura lessicale (accesso diretto alla forma fonologica della parola nel suo insieme e al suo significato). La distinzione tra lessicale e fonologico ci riporta al modello a due vie di Castles e Coltheart.

Un ulteriore elemento che è alla base non solo della lettura ma anche della scrittura è la Metafonologia (consapevolezza fonologica), grazie al quale si ha la capacità di percepire e riconoscere per via uditiva i fonemi che compongono le parole del linguaggio parlato, nonché la capacità di operare con essi delle trasformazioni. Le competenze di lettura vengono valutate tramite due indici: la velocità di lettura espressa in sillabe/secondo e la correttezza della lettura (il numero di errori che il lettore commette. Tali errori possono essere di tipo fonologico, non fonologico o misti). Sulla base di queste premesse ci si rende conto di quanto sia importante comprendere a che livello i nostri bambini mostrano delle difficoltà al fine di andare a potenziare le abilità inficiate e a consolidare quelle presenti. Per questo è fondamentale avviare dei percorsi individualizzati costruiti proprio sulla base delle caratteristiche del singolo bambino e non basati su un programma generale e applicato a tutti in modo indifferenziato. Come non esiste la taglia unica di vestiario che calza bene a tutti non può esistere un percorso di potenziamento unico.

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